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Enrico Sabatelli

martedì 22 dicembre 2009

Omaggio al collega Giangi (e anche ad Alice)

Il CORDAM STUDIO (presso il quale presto sarò assunto) è stato citato (nelle persone dei suoi titolari) su questo sito.

Un doveroso omaggio ai miei prossimi titolari sul mio blog.

http://www.sciclinews.com/news/Una-tesi-di-laurea-sul-riuso-della-Fornace-Penna/0000009803

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Nel corso degli ultimi dieci anni sono stato, insieme all'architetto Pasquale Bellia, tra gli intervistati "canonici" dei laureandi in architettura che hanno scelto come tesi di laurea il tema della rifunzionalizzazione dell'ex fabbrica di laterizi di contrada Pisciotto a Sampieri.
Oggi ho il piacere di pubblicare un sunto del bel lavoro degli architetti Alice Correggiari e Gianluca Damante.
Il moderatore di Sciclinews


Firenze - Da decenni si discute su una possibile riutilizzazione del Pisciotto, ad oggi sembrano contrapporsi due possibili soluzioni definitive, la struttura socio-culturale da una parte, l'albergo dall'altra. La scelta di ricreare all'interno del complesso solamente un museo, una biblioteca o un auditorium non sembra adatta per un caso particolare come questo, poiché tali funzioni potrebbero non assicurare una adeguata copertura finanziaria alle opere di ristrutturazione e consolidamento della struttura della fornace. Al contrario una struttura alberghiera, sicuramente coprirebbe gli altissimi costi, contribuirebbe a lanciare il settore del turismo e creerebbe tanti posti di lavoro, ma snaturerebbe l'essenza di un'opera così affascinante non permettendo la fruizione degli spazi alla gente del luogo ma solamente agli ospiti della struttura.
Per un recupero e una rifunzionalizzazione ottimale di tutto il complesso architettonico, la scelta della destinazione d'uso dovrebbe ricadere su una funzione che riesca a reperire fondi sia pubblici che privati, che non snaturi l'opera e che non privi la popolazione ad usufruirne gli spazi.
Considerando che l'agricoltura è la locomotiva trainante dell'economia della zona e sfruttando la posizione strategica tra i due poli principali della produzione ed esportazione dei prodotti ortofrutticoli (Pachino e Vittoria); visto che per far uscire l'agricoltura locale dalla crisi sistemica in cui è ormai piombata da anni si sta cercando di costituire un consorzio di produttori; il progetto prevede la costituzione di un Consorzio di Ricerca per il settore ortofrutticolo che abbia come scopo lo sviluppo e la protezione dell'intero sistema produttivo, come ad esempio il CReSO di Cuneo oppure il CoRFiLaC di Ragusa per il settore lattiero-caseario.
L'intero complesso pur ospitando un Centro di Ricerca, è pensato per essere accessibile al pubblico in tutti quegli spazi non strettamente legati all'attività di ricerca.
L'ingresso principale all'intero complesso è stato posizionato alla fine del lungo edificio ad "L" degli annessi, per legarsi meglio alla strada provinciale e per facilitare l'accesso al parcheggio che, risultando leggermente sotto il livello stradale, non interferisce visivamente con la fornace.
Alla Fornace sono state affidate varie funzioni, soprattutto quelle che richiedono ampi spazi. E' stata suddivisa in due parti: nel vano antistante trova luogo uno spazio pubblico all'aperto, nell'ampio volume che ospitava il forno trovano posto la biblioteca-museo al piano terra, la mensa e l'auditorium al primo piano.
Lo spazio pubblico all'aperto viene ripavimentato con pietra calcarea locale a ricordo di una vera e propria piazza, sfruttando il suggestivo scenario dalle arcate.
La parte retrostante è suddivisa in due piani che ospitano funzioni differenti. Al piano terra si trova la biblioteca-museo che tra i tavoli di lettura dà posto all'esposizione di macchinari dell'epoca. All'interno del forno sono posizionati gli scaffali con i libri che, racchiusi in questo insolito involucro (lontano dalla luce e con aerazione controllata naturalmente), possono mantenere inalterata più a lungo la qualità della carta.
Al piano superiore si trovano: la sala mensa, con i rispettivi servizi igienico-sanitari e locali cucina, l'ampio foyer con guardaroba che conduce all'auditorium che ospita circa 200 posti a sedere, ed una sala buffet per gli ospiti dei convegni.
Tutti i vani sopra-elencati sono difficilmente percepibili dall'esterno perché risultano al di sotto della linea di gronda dei tetti ormai crollati rimanendo all'interno dell'originaria volumetria.
Partendo dall'idea che attualmente l'interno della fabbrica si presenta come un giardino all'aperto del tutto spontaneo, tutte le nuove coperture sono a tetto giardino di tipo estensivo.
L'edificio degli annessi a forma di L mantiene la propria funzione originale residenziale e viene ripartizionato ricavando 9 alloggi che fungono da foresteria per alloggiare gli ospiti.
Nell'ampio piazzale tra gli annessi e la fornace, ora adibito a vigna, sono creati dei percorsi pedonali, a memoria delle rotaie dei vagoncini di trasporto interno del materiale, che collegano le varie funzioni attraverso un'area verde alberata ed attrezzata.
I due vani esistenti alla destra dell'ingresso originario sono destinati ad ospitare gli uffici dirigenziali.
I vani sul fronte mare, di cui è rimasto solamente il lungo muro, vengono ricostruiti per essere destinati ad aule didattiche, un bar-ristoro nonché all'accesso custodito all'area di ricerca.
Tutta la parte operativa del Centro di ricerca si trova sotto il livello del terreno considerando che qualsiasi costruzione fuori terra avrebbe potuto oscurare o nascondere la Fabbrica.
Tale spazio, che occupa la stessa area degli essiccatoi ormai crollati, ospita gli uffici per i ricercatori, gli spazi comuni, i servizi, le sale riunioni, e presenta al centro un ampio patio centrale su cui affacciano i laboratori.
All'interno del magazzino semi crollato accanto alla ciminiera viene realizzato uno spazio adibito ad asilo/nursery, dove i dipendenti, i ricercatori e anche la gente del luogo possono lasciare i propri figli durante l'orario lavorativo.
Arch. Alice Correggiari
Arch. Gianluca Damante
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Baderic